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3 commenti:
Consiglio a tutti lo spettacolo musicale/teatrale di Simone Cristicchi, che ho avuto modo di vedere all'apertura di Asti Musica sabato 03/07/2010.
E' uno spettacolo per grandi e piccini (visto che ero seduto per terra in mezzo a un mucchio di giovanotti...), uomini e donne, di destra e di sinistra (nota non politica: forse è un po' più di sinistra...).
Il Grand Hotel Cristicchi racconta "storielle" tra il serio e il faceto, arrivando anche a commuovere quando si parla di immigrazione, anziani, amore, bambini, fino alla storia di Antonio in "Ti regalerò una rosa", che reputo l'ultimo brano vincitore con merito del Festival di San Remo.
Dal punto di vista musicale è altrettanto interessante, con la riproposizione dei brani in chiave "circa acustica", con gli GNU Quartet a dominare la scena (flauto, violino, viola, violoncello/basso) e un bravissimo polistrumentista (pianoforte, chitarra acustica, percussioni varie, cori) da contorno.
Alla prossima,
Lele
Venerdì 9 luglio è stata per certo una delle serate più calde dell'estate 2010, intanto per la temperatura, ma anche per tutti gli eventi ad Alessandria, provincia e anche fuori.
In veste di corrispondente estero sono stato per la seconda volta quest'anno ad Asti Musica, per il concerto di Malika Ayane.
Purtroppo devo chiedere scusa a chi mi stava seduto di fianco, che mi ha visto sudare e mangiare dall'inizio del concerto (purtroppo il lavoro mi ha portato ad Asti di corsa e senza cena... di mangiare poi ho smesso, ma di sudare no!!!)....
Il concerto, ambientato nella splendida cornice di Piazza Cattedrale è stato molto piacevole e a tratti onirico; curato in ogni dettaglio la scenografia, completamente bianca (addirittura ricoperto il palco e coperte le varie pedane dei musicisti...) e il disegno luci (a parte una testa mobile che aveva per metà concerto un colore diverso dalle altre, ma questo forse è un dettaglio non troppo interessante)...
Alcuni problemi tecnici non hanno spezzato il ritmo del concerto (bellissima la caduta del rullante laterale del batterista!!!), 22 brani senza pause e con pochissime parole: tutto è stato incentrato sulla musica, senza fronzoli vari.
Malika ha cantato molto bene (non avevo dubbi...) esibendosi in un repertorio vasto, passando da brani lenti e intensi a pezzi veloci e leggeri, con tanto di cambio d'abito dopo mezz'ora, da nerissimo a bianchissimo!
Splendidi i musicisti (da destra: chitarre, basso, violoncello, batteria, tastiere) e manifici i due "coristi" (tra virgolette perchè coristi e basta sarebbe un po' sminuente per loro...) che cantavano, producevano rumori ed effetti vari, suonavano chitarra, tromba e un minixilofono (se non ha un suo nome preciso...) conciati quasi da "eliminare moralmente" la presenza della frontwoman: il trombettista con maschera da zorro e capelli lunghi rasta, il suo socio con pelata centrale e capelli laterali bianchi ossigenati sparati all'infuori (un incrocio tra "aigor" e "frankestiin", che scritti così quasi tutti potranno capire a cosa mi riferisco!!!).
Ci risentiamo presto, per il resoconto del concerto di Nina Zilli!!!
Lele
La pioggia ha graziato il concerto di Nina Zilli ieri sera ad Asti, in una Piazza Cattedrale sempre gremita, nonostante il maltempo minaccioso.
Un temporale si è abbattuto sulla città verso le 21, e ha smesso di piovere alle 22, appena in tempo per l'inizio del concerto.
Ho notato la presenza di parecchi adolescenti (le ragazze tutte con grosse fasce in testa e fiori...), il che fa sperare che non tutti i giovani d'oggi vivano solo di facebook, twitter e discoteche...
A differenza degli altri due concerti da me visti quest'anno ad Asti Musica (Simone Cristicchi e Malika Ayane) il ritmo carico del suol di Nina e dei duoi musicisti ha fatto subito saltare tutti in piedi davanti al palco (per la gioia di chi aveva difeso una prima/seconda fila da 2 ore, anche sotto l'acqua!!!); un'ora e mezza abbondante di soul, reggae, ska, swing, rock&roll assolutamente live e "tradizionale", senza alcuna influenza pop anni 2000; l'atmosfera musicale era quella degli anni dai '50 ai '70, a seconda dei pezzi, ma tutti fondati su forte base ritmica (basso e batteria) supportata da sax e tromba.
Nina aveva un vestito giallo e scarpe nere con discreto tacco, con immancabile fiorellone in testa e tra un brano e l'altro ha parlato di ingiustizie, di emancipazione femminile, fino ad un cenno sui problemi del capitalismo.
Molto bella la versione italianizzata di You Can't Hurry Love (L'Amore Verrà), che mette in evidenza la voce di Nina.
Note tecniche: in base a gusti e abitudini ho trovato la voce un po' troppo "sopra" la musica e la batteria un po' "sotto"; verso metà concerto ci sono stati problemi tecnici con qualche cavo delle tastiere, che ha iniziato a "friggere" dando fastidio, a tratti, fini quasi alla fine (cose che capitano...)
Counque ottimo concerto, consigliato agli amanti del genere.
Lele
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