2012:SFERE - Il 21 dicembre 2012 sarà il nostro ultimo giorno?



2012:Sfere, l'ultima fatica letteraria di Stefano Chiesi Mazzanti, vai sulla sua pagina di Facebook.

Conoscendo l’autore, posso dire che questo libro rispecchia tantissimo la sua natura, sempre pronto a sguainare una spada per difendere le cose che ama: in questo caso la nostra amata Terra. Fin da ragazzo Stefano Chiesi Mazzanti aveva queste forme di scrittura un po’ surreali, me le ritrovo con molto piacere nei diari di scuola, dove lui ogni tanto si sbizzarriva con disegni o testi che a prima vista non avevano senso, ma poi, riguardandoli adesso, con la maturità e le esperienze vissute, sono più attuali che mai. In questo libro Stefano esprime la sua perplessità sugli ultimi avvenimenti e sulle scoperte scientifiche che, al momento in cui lui lo scriveva, non erano ancora state pubblicate; e lo fa con la sua solita fantasia e simpatia propria del suo modo di comunicare con il lettore. Se non è troppo azzardato il paragone, lo vedrei molto bene come sceneggiatore, infatti leggendo questa “favola post moderna” il lettore vede le immagini come in un film, si immagina il percorso del protagonista, vede con i suoi occhi, soffre insieme a lui, ricorda come in un flash back. Io amo i libri lunghi perché odio dover abbandonare i protagonisti troppo presto, in questo caso però devo dire che il breve tempo impiegato per leggerlo è stato determinante in, quanto ho vissuto lo smarrimento mentale di Roger Bear in tempo reale, la consapevolezza è nata in me nello stesso momento in cui lui ricordava i fatti di migliaia di anni addietro … Vorrei leggere ancora di Roger Bear, non vorrei che questo personaggio sia fine a se stesso, vorrei sapere di più di lui, vorrei sapere cosa fa e come reagisce, per cui, sono in attesa di un sequel, come credo gli altri lettori, e quando un libro ti lascia la voglia di leggere un seguito vuole dire che ti ha conquistato. Finisco con un pensiero rubato a Anton Vanligt : E a volte ci si accorge di aver superato traguardi a cui nemmeno si osava puntare all’inizio dell’avventura. Il fatto è che il cammino, se condiviso con le giuste persone, risulta leggero, piacevole, la fatica lascia il posto alla voglia di fare, di dare, di essere. E ci si ritrova a voltarsi indietro, in un giorno qualunque, e non credere ai propri occhi: quanta strada....

di Elisabetta Farinelli

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