TRASPORTI: TAVOLA ROTONDA SU GENOVA E LA LIGURIA


LUNEDI’ 20 GIUGNO 2011 A GENOVA PALAZZO DUCALE A CURA DELLA FONDAZIONE DELLA LIBERTÀ PER IL BENE COMUNE UNA TAVOLA ROTONDA SUL TEMA “GENOVA E LA LIGURIA, UN TERRITORIO CONGESTIONATO ED ISOLATO VIA TERRA, CIELO E MARE: FINO A QUANDO?”. INTERVERRÀ IL MINISTRO ALTERO MATTEOLI, PRESIDENTE DELLA FONDAZIONE


Lunedì 20 Giugno 2011 alle ore 17.00 presso il Palazzo Ducale di Genova - Sala del Maggior Consiglio la Fondazione della Libertà Per il bene comune promuove una Tavola rotonda sul tema “Genova e la Liguria, un territorio congestionato ed isolato via terra, cielo e mare: fino a quando?”. L’incontro si aprirà alle 17.00 con l’intervento di Giuseppe Rotunno, Vice Presidente della sezione ligure che illustrerà le finalità della Fondazione. Alle 17.15 la relazione introduttiva della presidente della sezione ligure Prof. Ing. Donatella Mascia (foto). Alle 17.30 la Tavola Rotonda moderata dal giornalista Franco Manzitti con la partecipazione di: Mauro Moretti, A.D. Ferrovie dello Stato; Luigi Merlo, Presidente Autorità portuale di Genova; Fabio Cerchiai, Presidente di Autostrade per l’Italia; Pietro Ciucci, Presidente Anas; Vito Riggio, Presidente Enac; Michele Troilo, Professore Ordinario di Architettura dei Trasporti all’Università di Genova. Conclude alle 19.00 il Ministro Altero Matteoli, Presidente Fondazione della Libertà per il Bene Comune.


FONDAZIONE DELLA LIBERTÀ. La storia

La Fondazione della Libertà per il Bene Comune (Internet: www.fondazioneliberta.eu) persegue le finalità di promuovere l’istruzione e la formazione in campo artistico, storico e ambientale delle persone svantaggiate in ragione delle loro condizioni economiche, di promuovere la cultura dei valori sociali e delle libertà, l’informazione riguardo i vari aspetti delle vita sociale, la partecipazione sociale a tutti i livelli, nonché di accrescere la consapevolezza del comune patrimonio culturale, artistico, storico e ambientale, in modo da favorire lo sviluppo di una coscienza civile matura e consapevole, nonchè forme di progettualità politica improntata ad uno spirito di solidarietà e responsabilità.


L’ORGANIGRAMMA

Consiglio di amministrazione: Sen. Altero Matteoli Presidente; On. Eugenio Minasso Vice Presidente; On. Marco Martinelli; Dr. Erasmo Cinque; Ing. Giovan Battista Papello Direttore Organizzativo Tesoriere; Prof. Roberto Serrentino Presidente Comitato Tecnico-Scientifico; Sen. Andrea Fluttero.

Direttore scientifico: On. Marcello De Angelis.

Revisori dei conti (Sindaci): Dr. Enrico Proia; Prof. Giovanni Fiori (Comitato Tecnico-Scientifico), Dr. Maurizio Argenio.

Soci fondatori: Sen. Altero Matteoli, On. Eugenio Minasso, On. Marco Martinelli, Ing. Giovan Battista Papello, Dr. Erasmo Cinque, Sen. Andrea Fluttero, Prof. Giovanni Fiori, On. Marcello De Angelis, Prof. Donatella Mascia (Comitato Tecnico-Scientifico), On. Guglielmo Rositani, Prof. Fabrizio Criscuolo (Comitato Tecnico-Scientifico), Prof. Roberto Serrentino, Abate Pietro Vittorelli (Comitato Tecnico-Scientifico).

L'organigramma in Liguria: Prof. Donatella Mascia presidente; Dott. Giuseppe Rotunno vice presidente. Il consiglio direttivo è in fase di costituzione.


L'INTERVENTO DELLA PROF. DONATELLA MASCIA

Il tema del convegno è tanto semplice quanto di elevatissimo spessore per l’impatto che gli argomenti trattati hanno sulla società civile. Si tratta di ripensare la mobilità, di persone e di merci, nei termini della conquista di maggiore libertà individuale e collettiva, richiesta dalle attuali società dove il bisogno di muoversi, di spostare e spostarsi, connota l’espressione stessa del vivere. La forte domanda di mobilità si percepisce nella nostra Liguria in negativo, ossia osservandone e subendone l’isolamento verso l’esterno e l’intasamento interno. In altre parole, isolamento ed intasamento, in quanto indicatori della domanda di mobilità, ne rivelano il grado assai elevato, ed illuminano quindi quella che può diventare, con le opportune risposte, una risorsa straordinaria. È immediato osservare che la mobilità si realizza mediante le infrastrutture. E qui il tasto dolente: nella generale riconosciuta arretratezza del sistema nazionale delle infrastrutture - 2 ore per andare via ferro da Genova a Milano, 150 km, tanto per fare un esempio - la Liguria brilla per le sue infrastrutture inadeguate: ancor oggi non è completato il doppio binario verso la Francia, sono difficoltosi i collegamenti con l’aeroporto, il sistema autostradale è al collasso, come del resto il traffico urbano, le merci faticano ad entrare/uscire dal porto di Genova. A ciò vorremmo aggiungere la sofferenza del territorio collinare, per il quale, data la sua morfologia complessa ed articolata, si è reso necessario uno dei sistemi viari paradossalmente più estesi, utilizzando come parametro km/abitante, ma poi di fatto sottoutilizzato in conseguenza della irresistibile attrazione del mare. Ci si domanda allora quali possano essere nuove prospettive di interazione tra grandi opere e microinsediamenti, come si possano trovare elementi di raccordo per uno sviluppo più accentuato e diffuso.

Questo convegno non vuole essere una ennesima ripetitiva occasione per elencare tutto ciò che occorrerebbe fare e tutti i soldi che mancano per farlo. Questo approccio, come ognuno può ben vedere, risulta storicamente sterile, e francamente scoraggiante.

Il tentativo è invece quello di proporre un nuovo approccio, ossia quello contenuto nella premessa: mobilità è libertà per tutti, quindi le soluzioni al problema non possono essere che politiche. Nel nostro approccio soluzioni politiche non significa individuare chi deve decidere. Soluzione politica significa un’analisi del problema di tipo globale, capace di rompere una nutrita serie di schemi tradizionali che di fatto hanno mostrato, è sotto gli occhi di tutti, il loro fallimento. L’analisi globale, analisi politica, deve partire, a nostro avviso, dall’inventario degli interessi sia comuni sia contrastanti, e deve in primo luogo affrontare coraggiosamente i conflitti di interesse e risolverli.

Nel caso specifico delle infrastrutture e della mobilità, vediamo qualche esempio: Quale tipo di interesse concreto percepisce il cittadino circa la realizzazione delle grandi infrastrutture (gronda, terzo valico)? Quali motivi ragionevoli e non di bandiera o aprioristici vi si oppongono (impatto sul territorio)? Quali motivi di interesse economico (annoso contenzioso sul terzo valico)? Quale autentica, misurabile, percepibile necessità (trasferimento delle merci da gomma a ferro)? Quali ricadute occupazionali (quanti anni dura il cantiere, di quali maestranze e professionalità necessita)? Questo per quanto riguarda le grandi opere. Per la mobilità urbana si possono individuare altrettanti interessi comuni o conflittuali: Esiste veramente un conflitto fra trasporto pubblico e privato, o vanno invece visti in modo complementare? Le attuali filiere sono effettivamente le più adatte? Quale impatto potrebbe avere una rivoluzione del sistema tecnologico (vie di corsa totalmente protette, programmazione a richiesta)? Quale impatto sui livelli occupazionali? Quali pro/contro verso nuove politiche tariffarie che tengano conto della necessità di una solidità economica delle aziende di trasporto?

Naturalmente i punti esposti non sono esaustivi, ed altri ne vanno aggiunti: ciò che importa è riuscire a contemperare i conflitti in una visione globale, che richiede simultaneamente competenza tecnica e passione politica.

Abbiamo con noi i massimi esponenti dei sottosistemi infrastrutturali (vie di terra, d’acqua e d’aria) dai quali non ci aspettiamo la presentazione di “cahiers de doléances”, ma sicuramente il loro contributo ad una visione e quindi una proposta globale credibile, arricchita da un ampio generale documentato e documentabile consenso di base, proposta sulla quale non potranno così mancare gli investimenti necessari.


INFORMAZIONI

Prof. Ing. Donatella Mascia

Tel. 010 5761752

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