LE CINQUE RICHIESTE DEGLI ALLEVATORI GENOVESI


DALL’ASSEMBLEA ANNUALE DELLA CATEGORIA GLI ALLEVATORI GENOVESI SOTTOPONGONO CINQUE RICHIESTE AI CANDIDATI ALLA PRESIDENZA DELLA REGIONE LIGURIA: DA UN MAGGIORE SOSTEGNO ECONOMICO ALLA MESSA IN SICUREZZA DEL TERRITORIO
PRESENTATO IL BILANCIO DEL 2009 DEL COMPARTO: IN CRISI IL SETTORE DEL LATTE , CRESCE INVECE QUELLO DELLA CARNE GRAZIE AL NUOVO MACELLO DI MASONE. NASCE “O CABANNUN”: UNO DEI FORMAGGI PIÙ RARI AL MONDO


Anche gli allevatori genovesi aderenti all’A.P.A. (Associazione Provinciale Allevatori) scendono in campo e, in vista delle elezioni regionali della prossima primavera, rivolgono cinque punti da sottoporre ai candidati per la Presidenza della Regione. Le richieste sono emerse alla tradizionale Assemblea annuale, che per la prima volta si è tenuta nei nuovi uffici dell’ente, in Via Vittorio Veneto 149, località Vetrerie, Comune di Mignanego (che diventeranno anche la sede dell’A.R.A. - Associazione Regionale Allevatori). In sala, fra gli altri, anche l’Assessore Regionale all’Agricoltura Giancarlo Cassini, che ha fatto seguito agli interventi del Presidente dell’A.P.A. di Genova Marco Parodi e del Coordinatore Roberto Sobrero. Ma ecco i cinque punti. «Per prima cosa - dice Marco Parodi - come allevatori attivi nella provincia di Genova, ma anche in tutta la regione Liguria, chiediamo ai candidati di appoggiare maggiormente la politica zootecnica in Liguria, specie dopo i gravi problemi che moltissime aziende hanno avuto a seguito della crisi economica globale. Quindi, chiediamo di gestire una volta per tutte l’annosa questione della suddivisione tra attività agricole e aree adibite ad attività di caccia, in quanto un’eccessiva confusione sta creando non pochi problemi, sia per noi che per i cacciatori». Poi, il discorso relativo alle zone incolte: «Facciamo presente alle istituzioni che la zootecnia è in grado di risolvere questo problema: offrendo, a titolo gratuito, “macchine” da sfascio. In pratica, potremmo trattare le zone incolte portandoci a pascolare il nostro bestiame». Infine, la quarta e la quinta richiesta: riequilibrare la situazione di disparità tra aree montane e aree a pochi passi dalla città (in situazione di svantaggio) e occuparsi maggiormente della messa in sicurezza del territorio (spesso al centro di frane e incendi), anche avviando una nuova regimentazione idraulica, «il tutto tenendo conto della disponibilità di piccole aziende agricole presenti sul territorio». Parodi e Sobrero, inoltre, hanno illustrato ai soci il bilancio 2009 e presentato un preventivo di massima per il 2010. Altro problema scottante, emerso dall’incontro, riguarda il latte: «Nell’ultimo anno - fa presente Parodi - molte aziende, soprattutto quelle piccole, sono andate in crisi. Produrre il latte non conviene più: il costo di produzione è di 40, 42 centesimi di euro al litro, ma non si riesce a venderlo a più di 30 centesimi di euro al litro. Ecco che c’è stata, quindi, una diminuzione di produzione». Meglio è andata a chi ha scelto di portare il proprio latte presso i distributori automatici (situati anche nel centro di Genova, oltre che nelle principali delegazioni): «Un commercio in crescita, a parte il primo periodo dell’anno, quando venne imposta la bollitura del latte crudo». Grazie all’A.P.A., poi, è nato il primo formaggio tipico interamente ligure: O Cabannun, fatto con il latte della Cabannina, un bovino di piccole dimensioni che vive alle Cabanne, nei pressi di Rezzoaglio. «Si tratta - ricorda Parodi - di una razza che è stata inserita nella lista di quelle in via di estinzione. Esistono in tutto circa duecento capi. L’idea di produrre il formaggio ci conviene, perché è l’unico modo per poter rendere sostenibile l’allevamento di questa razza». Infine, l’iniziativa del “Pacco Carne”: «Nel nostro macello di Masone - conclude Parodi - siamo passati da 150 a 350 capi macellati nel giro di tre anni. Significa che l’iniziativa sta prendendo campo». Funziona così: ogni allevamento, ciclicamente, ha delle bestie pronte da macellare. Per la maggior parte, si tratta di vitelli e di vitelloni. Una volta preparati, questi vengono condotti al Macello Sociale di Masone che, per la parte tecnica, è gestito dall’A.P.A., nella persona del tecnico Giampaolo Risso. Qui la bestia, che ha tra i 16 e i 18 anni, viene macellata e fatta frollare. Poi, in base agli stalli e alle prenotazioni raccolte, vengono realizzati i pacchi carne, da dieci o da cinque chilogrammi. Questi contengono fettine, bistecche, arrosto, bollito e spezzatino, per un totale di undici euro al chilogrammo. Il pacco ritorna nelle mani del produttore, che si occupa di venderlo ai suoi clienti direttamente nella sua cascina. Importante l’apertura del portale web, che viene sempre aggiornato perché sono indicate a calendario, di volta in volta, le varie aziende che si apprestano a macellare. È quindi possibile, conoscendo il giorno di macellazione, contattare direttamente il produttore per prenotare e successivamente acquistare il pacco carne.


INFORMAZIONI
A.P.A. Associazione Provinciale Allevatori
Salita San Leonardo 18/2 (vecchia sede)
Tel. 010 8606637
E-mail: apage@panet.it
Siti web: www.lattecrudoinliguria.com
www.lacarnedigenova.com

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